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MUSANTE FRANCESCO
 
ARTISTA OPERE MOSTRE IN ASTA
 

Francesco Musante nasce a Genova nel 1950, dove, dopo essersi diplomato presso il liceo artistico e poi alla sezione distaccata Albertina di belle arti di Torino, decide di iscriversi negli anni Settanta alla Facoltà di Filosofia del capoluogo ligure, contemporaneamente alla frequentazione dei corsi di pittura all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Attorno alla metà degli anni Sessanta aveva già condotto le sue prime sperimentazioni artistiche, legate soprattutto al colore, ed iniziato a partecipare a mostre collettive, concorsi e premi. La produzione tra gli anni Sessanta e Settanta risente delle influenza americane, dalla Pop Arti alla Combine Paintings, rilevabili attraverso l’inserimento di scritte e di oggetti. L’esordio avviene nel 1973 presso la Galleria Il Quadrifoglio di La Spezia, attraverso una collettiva ed una personale, anno importante che vede anche l’inizio della sua attività di incisore, che lo porterà ad apparire nei cataloghi delle “Incisioni originali italiane e straniere dell’800 e moderne” della Libreria Antiquaria di Dino e Paolo Prandi. Oltre alla città di La Spezia, che rimane suo punto fermo, Musante frequenta la Galleria Sperone di Torino, dove ha modo di conoscere i rappresentanti della cosiddetta Arte Povera, tra i quali Penone. Attorno alla metà degli anni Settanta la sua arte subisce una trasformazione, ora a colpirlo è la pittura figurativa, in particolar modo le figure femminili ispirategli dagli artisti della Secessione viennese. Tema che sarà affrontato lungamente dall’artista ed attraverso diverse tecniche. Dagli anni Ottanta inizia ad interessarsi alla grafica e agli acquerelli, attività attraverso la quale comincia a sviluppare quel suo gusto narrativo e fantastico che distinguerà la sua opera, con i suoi personaggi che sembrano fuoriuscire da un mondo incantato, collocati in contesti colmi di oggetti e parole. “Ragazze volanti con il cuore in mano che rincorrono nuvole colorate, figure maschili che, incredule e meravigliate, si proiettano in acrobazie per sfuggire a una meravigliosa pioggia di cuori colorati. In certi casi un filo sospeso non trasfigura semplicemente una prova d’abilità legata all’equilibrio, ma diventa simbolo di divisione tra dimensioni differenti, tra stati diversi, tra finito e infinito, tra giorno e notte, tra realtà e favola, tra vita vissuta e vita auspicata. Ecco che i sottili cuori, che sembrano scendere dal cielo con la levità della purezza, si trasformano in simbolo di quell’amore universale in grado di contaminare ogni cosa, di cambiare le sorti del mondo e di sovvertire gli animi delle persone che, almeno all’apparenza, sembrano lontane dal calore della luce del sole. Rea

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