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PINELLI PINO
 
ARTISTA OPERE MOSTRE IN ASTA
 

Pino Pinelli è nato a Catania nel 1938 dove ha frequentato le scuole artistiche; nel 1964 si trasferisce a Milano, ove tuttora vive e lavora. Partecipa nel 1966 al Premio San Fedele di Milano e, qui, tiene la prima personale, nel 1968, alla Galleria Bergamini. Possiamo datare al 1970-71 l‘inizio del vero percorso artistico di Pinelli: un inizio influenzato dal concettualismo minimalista e dalla lezione di Fontana. Topologie del 1971 e Punti molli del 1972 sono una serie di lavori in cui "inizia da L‘alterazione del rettangolo, 1971 Topologia, 1971 parte dell‘artista un atteggiamento riflessivo sul proprio lavoro e sulle progressive modificazioni" (Accame, 1991), infatti nella prima serie abbiamo la ripetizione di una forma (l‘alterazione di un rettangolo che si presenta con i due lati curvi) e, nella seconda, all‘interno di una campitura nera vengono collocati, ai lati, pochi elementi (i punti) indicati con un numero. Da qui si passa, nel 1973, a quadri monocromi titolati Pittura con accanto l‘iniziale del colore usato, per esempio BL per blu, R per rosso; è da notare che Pinelli da allora userà sempre questa tipologia di titolazione. "In quegli anni - dichiara l‘artista - affrontavo il problema percettivo dei colori fondamentali, dei colori complementari e dei grigi. Cercavo di costruire una mia sintassi del dipingere. Nei monocromi indagavo sotto la pelle della pittura, su un problema che non era solo pulsionale, ma di ricerca all‘interno di dati apparentemente certi ma mai certi come il colore" (Pinelli, 1990). È interessante vedere come Pinelli già nel lontano 1973 (Pinelli, in Accame, cit.) avesse ben chiari quegli elementi che costituiranno lo svolgersi della sua poetica e del suo Punti mobili, 1972/1973 sviluppo linguistico: "Fare pittura oggi significa [... fare] un‘operazione cosciente, che usa strumenti pittorici, che recupera la stessa manualità e la tecnica del dipingere, ponendosi come elemento primario, in termini linguistici e strumentali di estremo rigore. L‘immagine, nella mia opera, si costituisce nei suoi elementi cardine: colore, campo, linea, luce, che si compenetrano gli uni agli altri in un tessuto compositivo totale. Il colore perde pittura bl, 1973 ogni caratteristica simbolica, propagandosi come emanazione nella sua fisicità. Lo spazio che permette alcuni movimenti, ne impedisce altri, crea delle barriere, sviluppa delle forze dinamiche, si pone come centro magnetico, come spazio vivente: il tracciato, pertanto, si altera e subisce una radicale modificazione (spazio topologico, quindi, non metrico) ove le convergenze del colore, della luce, della linea, generano la sensibilizzazione dinamica dello spazio inteso come campo". Con queste premesse si comprende perché Pinelli sarà considerato uno dei principali esponenti della Nuova pittura o Pittura analitica, di cui sarà uno degli artisti più originali e rigorosi nello sviluppo della sua opera, senza ripensamenti o soluzioni di continuità. Nel 1975 appaiono delle forme modulari accostate, per esempio tre quadrati, costruite con un telaio rivestito di flanella o, in qualche caso, di pelle di daino: appare così un altro elemento che sarà fondamentale nell‘opera del Nostro: la tattilità. Del 1976 è la rottura dell‘unità del quadro, Pittura GR pittura gr, 1976 è costituito da quattro elementi che sono gli angoli di un rettangolo che risulta, in tal modo, con i lati tagliati. Cominciano, ora, a svilupparsi sia la dialettica tra opera e muro il quale da elemento passivo diviene opera esso stesso "entrando dentro il frammento", e l‘idea di disseminazione, di "frammentità", secondo la definizione del poeta Carlo Invernizzi (Invernizzi, 1989). D‘ora in poi il lavoro di Pinelli sarà tutto incentrato su questa dislocazione sulla parete di elementi che indicano la rottura della struttura quadro, della superficie e della bidimensionalità. Fino al 1987 abbiamo degli elementi modulari che si accostano in traiettorie semplici (lineari ma non a retta) o in composizioni più complesse - e, ovviamente, con più elementi - dipinti prevalentemente pittura bl/r, 1982 di blu, rosso, giallo, verde, grigio, colori che possono esser soli o accostati; le strutture fino al 1983 sono rivestite di flanella, poi Pinelli inventa una "tecnica mista", risultante da vari materiali amalgamati che, poi dipinti, assumono una pelle sensualmente tattile, quasi un velluto. Nel 1987 le strutture modulari lasciano il campo a forme irregolari - dalle figure della geometria piana ai frammenti frattali -: abbiamo così una sorta di "scaglie" che si collocano a due o più elementi, dipinti in blu, giallo, nero, rosso, bianco, grigio, ancora accoppiati o singoli. Le "scaglie" assumono forme rotonde, rettangolari, ovali, di corone circolari, sempre con i contorni slabbrati e con una superficie su cui resta testimonianza del solco delle dita dell‘ artista sulla materia, un gesto quasi rituale che rende attuali e arricchisce le parole di Pinelli riferite a lavori precedenti (Pinelli, 1990): "l‘ artista compie il gesto ad arco del disseminatore, che è la ritualità del seminatore che fa rinascere nuova vita". Ormai la pittura vive una dimensione ontologicamente fondata, è autosufficiente come l‘Essere parmenideo: "nel dipingere, la mia pittura si autogenera, la pennellata si solidifica, si dà un corpo, amplia dall‘interno le possibilità del dipingere" (Pinelli, in Accame, 1993). Pinelli, dunque, "non dipinge, ma fa pittura" (Accame, ibidem). Questa pittura "corposa", cioè la materializzazione di un concetto astratto, si organizza, sempre sulla parete, con due andamenti di forze pittura r, 1994 uguali e contrarie: ora abbiamo una sorta di esplosione e quindi un grande campo di forze centrifughe, ora, invece, una sorta di implosione con una grande forza centripeta; sempre però con un‘armonia e un pittura r, 1996 equilibrio misurati, tali che spesso, parlando di Pinelli, si paragona la sua opera all‘andamento musicale, da Bach a Nono. Dal 1994 via via Pinelli abbandona le forme slabbrate per delle forme che si "riordinano", che riacquistano un aspetto più regolare, quale quello del rettangolo, del trapezio e, apparsa per la prima volta nel 1995, della croce - prevalentemente rossa, ma dal 1999 anche blu - che negli ultimissimi anni è protagonista di molte esposizioni dell‘artista; a volte da queste forme - soprattutto in quelle geometriche - i bordi fuoriescono leggermente aggettanti, quasi a chiudere e a dare maggiore intensità, da un lato, e, da un altro, a indicare una indefinitezza spaziale: la pittura che si proietta verso lo spettatore. La materia è sempre solcata e questo, oltre ad essere testimonianza della mano dell‘artista nel senso che abbiamo detto, permette un gioco Pittura R, 1999 di luci e di ombre che moltiplica la spazialità risultante da quella dialettica opera - parete, cardine del lavoro di Pinelli. Al presente la "croce" ha assunto una posizione chiave perché, se le altre forme per lo più non si allontanano mai dalla dualità, monocroma o bicolore, o se capita restano nell‘accostamento lineare, sono proprio le croci che permettono le grandi disseminazioni, che sono il modo in cui più compiutamente si esprime il "fare pittura" di Pinelli. Mostre personali: 1990 Galleria Art Concept, Nizza. Galleria Plurima, Udine. Galleria Carinthia, Klagenfurt. 1991 Galleria Il Milione, Milano. Galleria Turchetto Plurima, Milano. 1992 Centro Espositivo della Rocca Paolina, Perugia Chiesa S. Maria Assunta, Spinea Galleria Totem Il Canale,Venezia. Galleria Manuela Allegrini, Brescia. 1993 Galleria Lil‘Orsay, Parigi. Gallery 44, Kaarst, Düsseldorf. Galleria Zand Projects, NewYork. Galleria Plurima, Udine. 1994 Galleria Soave, Alessandria. Teatro Città Alta, Bergamo. Palazzo Alborghetti, Osio Sotto. Centro Espositivo Arpino, Bra. APC Galerie, Colonia. Galleria Fumagalli, Bergamo. Galleria Bassanese, Trieste. 1995 Kunstverein Ludwigsburg, Ludwigsburg. Galerie Lil‘Orsay, Parigi. Galleria Turchetto Plurima, Milano. A arte Studio Invernizzi, Milano. Galleria Ponte Pietra, Verona. 1996 Salone Villa Romana, Firenze. Galleria Santo Ficara, Firenze. Galerie Nothburga, Innsbruck APC Galerie, Colonia. Galleria Melesi, Lecco. 1997 Nouveau Musée, Langres. 1998 Forum Kunst Rottweil, Rottweil. Galleria Marchetti, Roma. 1999 Galleria Fumagalli, Bergamo. Civica Galleria d‘Arte Moderna, Gallarate. A arte Studio Invernizzi, Art Cologne, Colonia. 2000 A arte Studio Invernizzi, Milano. Mostre collettive: 1995 Palazzo della Permanente, Milano. Sala espositiva Pro Loco, Morterone. Trevi Flash Art Museum, Trevi. Palazzo della Permanente, Milano. 1996 Castello di Ama, Ama. Galleria Fumagalli, Bergamo. Intrepid Sea Air-Space Museum, NewYork; Museum, Bagheria. 1997 Dominikanermuseum-Forum, Rottweil. Forum Kunst Rottweil, Rottweil. Palazzo delle Zitelle, Venezia. Oberösterreichische Landesgalerie am Landesmuseum Francisco-Carolinum, Linz. Museum Rabalderhaus, Schwaz. Galleria Civica d‘Arte Contemporanea, Erice. Dumontkunsthalle, Colonia. Castello Ursino, Catania. Collegio di S. Maria, Catania. Palazzo Osterio Magno, Cefalù. 1998 Sala Napoleonica, Accademia di Brera, Milano. Tedeschi, Villa Burba, Rho. Albergo delle Povere, Palermo. Kunstverein Schloss Lamberg, Steyr. Casa del Mantegna, Mantova. Palazzo dei Normanni, Palermo Columbus Citizen Foundation, NewYork. Galleria Comunale d‘Arte Moderna, Bologna. 1999 Torre Viscontea, Lecco. Centro Espositivo della Rocca Paolina, Perugia. 2002 Galleria Melesi, Lecco Galleria dArte Niccoli, Parma A arte Studio Invernizzi, Milano Artiscope, Bruxelles 2003 Galleria Santo Ficara, Firenze A arte Studio Invernizzi, Milano Galleria Melesi, Lecco Galerie Klaus Braun, Stoccarda 2004 Galleria Fumagalli Bergamo, Bergamo 2005 Galleria Santo Ficara, Firenze Galleria Melesi, Lecco

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